
LA NOSTRA STORIA
Una Storia di Fede, di Tradizione, di Cultura
“Altri la vuole miracolosamente apparsa, altri dipinta colà dal pennello d’ignoto artista; ma la tradizione più scevra di dubbiezze è, che, scoperta in epoca assai remota, sotto l’ogiva attigua al suo presente altare, giudicossi, al principio di questo secolo, segando intorno la parete, a cui aderiva, trasportarla in luogo più acconcio alla pubblica venerazione, dove si mira oggidì. E poichè, fin d’allora, prodigò i suoi celesti favori specialmente agl’infermi; col dolce nome di Salute degl’infermi venne sempre invocata” (G. De Bonis, 1898).
Nella chiesa di San Martino di Vallecorsa è custodita un’immagine della Madonna venerata sotto il titolo di Madonna della Sanità. Il dipinto, risalente al XV secolo, era in origine un affresco posto sulla parete perimetrale sinistra della chiesa, affiorato, secondo la tradizione, a seguito della caduta dell’intonaco: un boato fece accorrere le massaie della contrada, l’emozione della scoperta fu enorme. Da quel momento lo sviluppo del culto sostenuto da vescovi e santi uomini fu incessante. L’altare, inizialmente modesto, andò ad arricchirsi fino ad occupare nella sua parte centrale l’intera navata, tanto da ritenersi necessario, nella seconda metà del Seicento, già un primo intervento di restauro. Ancora alla fine dell’Ottocento l’altare fu impreziosito dal marmoraro Pimpinella di Gaeta. A seguito del secondo conflitto mondiale l’affresco fu staccato dal muro e collocato sull’altare in fondo alla navata. Si arriva così, nel 1962, all’erezione di un trono sull’altare maggiore per custodire, quale vero tesoro, l’immagine della Madonna della Sanità.

San Martino la chiesa che custodisce l’immagine della Sanità
San Martino, la chiesa madre di Vallecorsa, ormai è nel novero dei santuari mariani di più antica e consolidata tradizione, per il crescente concorso di popolo e per le innumerevoli testimonianze di fede che da secoli caratterizzano il culto alla Madonna della Sanità (Salus infirmorum) la cui antica effigie qui si venera. Le origini della chiesa di San Martino e del castello di Vallecorsa, antica baronia della contea di Fondi, sono incerte e non databili, almeno allo stato attuale delle conoscenze; d’altra parte in un reperto lapideo conservato all’interno della chiesa e risalente al 1638 è incisa la seguente frase (del vescovo di Fondi Maurizio Rogano Caetani):
A PLURIBUS SAECULIS AEDIFICATA
Nel più antico documento che fa menzione dei luoghi di culto del paese (Rationes decimarum, Campania anno 1308), San Martino vi figura già col titolo di arcipretale e più tardi (1599, Sacra Visita vescovo Comparini) come dotata dell’unico fonte battesimale del paese:
Archipresbiter ecclesiae parrochialis et baptismalis Sancti Martini quae navem et duas alas habet; edificium vero substentatur columnis lapideis quatuordecim quadratis (Sacra Visitatio Episcopi Comparini, die 17 mensis junii 1599).

Cronistoria del culto alla Madonna della Sanità
(Salus Infirmorum)
Anno Domini 1412
-
18 aprile, la tradizione popolare assegna a questa data l’apparizione della Madonna.
-
17 novembre, il vescovo di Fondi Domenico degli Astalli concede le indulgenze ai pellegrini che si recano in San Martino a pregare l’immagine della Madonna benedetta personalmente dallo stesso presule e posta sulla parete al centro della chiesa.
«Quod quidem Signum Crucis nos praedictus Episcopus (Dominicus de Astallis de Urbe) manu propria designantes in pariete muri positum medio Ecclesiae B. Martini in Valle Cursa nostrae Fundanae Diocesis, videlicet, supra imaginem B. Mariae Virginis in nomine eius Filii et S. Trinitatis, provocantes singulos ad devotionem, ac tenemur, et penitus ad indulgentiam uti debemus» (Datum Fundis in nostro Episcopali Palatio sub anno 1412 die 17 m. nov.).
Successivamente, per meglio venerare questa immagine, la navata sinistra della chiesa verrà interrotta per realizzarvi l’altare della Madonna della Sanità.
-
È del 1647 il primo riferimento alla Cappella “Sanctae Mariae Sanitatis”: il sacerdote Nicola de Rosis nel suo testamento destina una somma per il restauro di suddetta cappella.
-
Dal 1728 risulta istituita la Confraternita della Sanità.
Nel 1891 il Capitolo Vaticano decreta l’incoronazione della Sacra immagine della Madonna della Sanità, riconoscendola “celebre per antichità di culto, per abbondanza di grazie e prodigi, per singolare e costante frequenza di popolo”.
«Nos igitur in Capitulari conventu, in Domino legittime habito, praefatae Imaginis cultus vetustatem , prodigiorum et gratiarum multitudinem, populorum denique frequentiam ex relatis litteris cognovimus et comprobavimus. (…) atque unanimi sententia praefatam Imaginem Beatissimae Virginis Mariae, a salute nuncupatam (sub titulo Salus Infirmorum vulgo "La Madonna della Sanità"), cum puero Jesu aurea corona ornari decrevimus. Datum Romae ex Aula Capitulari» [Dal Decreto di Incoronazione del 26 dicembre 1891, emesso sotto il Pontificato di Leone XIII, arcivescovo di Gaeta mons. Nicola Contieri, arciprete di Vallecorsa don Giuseppe De Bonis].
Nel 1922 LA MADONNA DELLA SANITÀ È INCORONATA,
per mano del vescovo di Veroli Mons. Luigi Fantozzi.
Finalmente si avvera il sogno del rettore del santuario, don Giuseppe de Bonis.
Don Giuseppe De Bonis, Arciprete di Vallecorsa e Rettore del Santuario dal 1886 al 1923. Scrittore, giornalista, “fratello carissimo” e primo collaboratore del Beato Bartolo Longo per la sua Opera in Pompei. “È stato senza dubbio l’araldo principale del culto verso la Madonna della Sanità. Egli consacrò la sua superiore intelligenza, la operosa attività, la ardente fede, il suo pastorale ministero ripieno di rinunzie e di amarezze, tutto se stesso per tale scopo” (Elvidio Nardoni, 1972). Fitta la sua corrispondenza, su tematiche religiose e sociali (quali l’impegno dei cattolici per il riscatto degli umili), con cardinali, vescovi, filosofi, eminenti professori universitari, uomini insigni per scienza e per virtù; tra i tanti ricordiamo: il Cardinale Gaetano Alimonda, arcivescovo di Torino; il Cardinale Giuseppe Prisco, filosofo tomista, professore all’ Università di Napoli ed arcivescovo della stessa città; il Cardinale
Amilcare Malagola, arcivescovo di Fermo; Mons. Pietro Jorio, arcivescovo di Taranto; Mons. Salvatore Talamo, filosofo tomista, segretario dell’Accademia romana di S. Tommaso, Direttore della “Rivista internazionale di scienze sociali e discipline affini”, voluta fortemente da Papa Leone XIII; il Prof. Luigi Olivi, Università di Modena; il Prof. Italo Pizzi, orientalista dell’Università di Torino; il Prof. Giuseppe Toniolo, docente di Economia Sociale presso l’Università di Pisa; il novello Beato Giuseppe Tovini, avvocato bresciano tra i sostenitori dell’impegno dei cattolici in politica e nella “Questione sociale”; il già citato avv. Bartolo Longo.
Nel 1954, l’affresco della Sanità al Congresso Mariano di Frosinone.
Allo sviluppo sempre più sorprendente del culto verso la Madonna della Sanità, ben contribuì il Vescovo diocesano Mons. Emilio Baroncelli, che, raccogliendo l’invito di S.S. Pio XII, con opportuna decisione, indiceva, nell’anno 1954, una manifestazione mariana col prodigioso affresco della Sanità nel Capoluogo di Provincia. Peregrinando di paese in paese, la cara Effigie, seguita dall’affetto dei suoi innumerevoli devoti, richiamò intorno a Sé, nelle giornate del Congresso, circa la metà della popolazione dell’intera Diocesi e gran numero di fedeli delle Diocesi limitrofe. Alla storica manifestazione (della quale esiste una esauriente documentazione fotografica e l’ampio risalto che ne diedero i giornali dell’epoca), parteciparono: gli Ecc.mi Vescovi di Anagni, di Ferentino, di Alatri, di Aquino-Sora-Pontecorvo, di Veroli; il Cardinale Benedetto Aloysi Masella; l’Arcivescovo Luca Capozi, esule dalla Cina; l’Abate di Casamari don Nivardo Buttarazzi; il Prefetto di Frosinone dott. Casimiro De Magistris; il Sindaco di Frosinone Comm. Ferrante e vari Sindaci della Provincia; l’on. Enrico Medi, insigne professore di Fisica all’Università “La Sapienza” di Roma; il Prof. Luigi Gedda, Presidente Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana e tante altre autorità religiose, militari e civili.
Nel 1962 l’affresco è collocato sull’altare maggiore della chiesa.
A seguito dei danni subiti nel periodo bellico (maggio 1944), l’affresco fu staccato dalla parete, ricomposto in un apposito telaio, restaurato, per essere riproposto alla pubblica venerazione nell’ottobre del 1945. Naturalmente sorse la questione se ricollocare l’immagine nell’antica Cappella Sanctae Mariae Sanitatis, oppure spostare l’altare, che interrompeva bruscamente la navata sinistra della Chiesa, nella Cappella del Sacro Cuore in fondo alla stessa navata. Anche su consiglio del vescovo diocesano prevalse questa seconda ipotesi. Successivamente si provvide ad erigere un trono in marmo (su disegno di padre Emanuele Buraglia) al di sopra dell’altare maggiore, perché la preziosa Immagine finalmente avesse la sua sede più idonea, come era nei voti del parroco don Clemente Altobelli e dell’intera comunità cittadina, voto che fu esaudito nel luglio del 1962 alla presenza del Cardinale Giacomo Luigi Copello: la Madonna della Sanità, per secoli vero Tesoro nascosto della Chiesa di S. Martino, veniva posta ora al centro del suo Santuario, per meglio rappresentare quel faro di luce e di speranza, che in ogni tempo la Sacra Immagine aveva significato, soprattutto per Vallecorsa, ma anche per i paesi vicini.
Breve descrizione della chiesa.
Nel tempo la chiesa ha subito numerosi interventi di restauro, di ampliamento e di decorazione, che le hanno fatto assumere la definitiva particolare conformazione architettonica:
con la facciata tripartita e a coronamento orizzontale e l’ampio cornicione sulla sommità;
con la porta grande centrale sovrastata da una finestra con semiarco superiore, all’altezza del quale corre una raffinata modanatura in pietra parallela al cornicione;
con i grandi blocchi di pietra regolari posti sui due lati della facciata ed i blocchi irregolari e più antichi, grandi e piccoli, sistemati nella parte centrale.
L’interno si presenta “ad una nave, sostenuta da 14 colonne quadrate di pietra, con l’aggiunta di due ali laterali”. Sul settecentesco altare maggiore è collocato il trono marmoreo che custodisce, quale tesoro, l’affresco della Madonna della Sanità.
Nell’ala sinistra della chiesa, dove un tempo era collocato l’affresco della Madonna della Sanità, attualmente c’è la Cappella del Santissimo; sull’altare, già della Madonna, campeggia un grande crocifisso ligneo seicentesco, proveniente dal convento di Santa Maria delle Grazie (Vallecorsa).
Nell’ala destra, in fondo, si ha la Cappella di San Martino con un altare settecentesco di pregevole fattura; a seguire le Cappelle dell’Addolorata, di Santa Lucia e di Santa Maria De Mattias, illustre concittadina e fondatrice delle Adoratrici del Sangue di Cristo; l’Apostola del Divin Sangue in questa chiesa ha ricevuto il Santo Battesimo e nella Cappella a lei intitolata sono conservati i suoi capelli e l’antico fonte battesimale in pietra. In ultimo si ha la Stanza delle confessioni dove sono conservati gli ex voto, nella sagrestia sono conservate le reliquie del santuario ed alcuni oggetti sacri anche di discreto interesse artistico: ricordiamo ad esempio le statuette lignee settecentesche de “Il Bambino, Signore del Mondo e della Morte” e del “Salvatore”.
«Anche al presente persone di ogni ceto sociale manifestano i loro sentimenti di gratitudine alla Madonna, visitando la sua immagine nella chiesa di San Martino. Elencare i nomi, che certamente sono incisi nel cuore di Maria, significherebbe violare l’intimo religioso rapporto tra Madre e figlio. Chiunque è entrato nel suo santuario e l’ha invocata con fede sicuramente ha avuto la risposta rassicurante della Madre».
Mons. Elvidio Nardoni, e don Francesco Paglia
Rettori del Santuario della Madonna della Sanità.